TREE HOUSES – CASE SUGLI ALBERI

di Philip Jodidio
Edizioni Taschen Bibliotheca Universalis
Pagine 533 Euro 50 (ma in rete ci sono diversi siti che lo vendono scontato)

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Arrampicarsi sugli alberi è ancora uno dei giochi preferiti dai bambini e dalle bambine e, in fondo, tutti, almeno una volta, abbiamo sognato di poter vivere in una casetta sull’albero per osservare, nascosti dalle foglie, ciò che succedeva a terra.
Questo libro, quindi, racconta una fantasia, un’utopia che si realizza permettendo a chi osa avventurarsi in questa bizzarra architettura, di elevarsi dal suolo restando in strettissimo contatto con la natura, proprio dentro di essa.

Abitare sugli alberi, in realtà, è uno stratagemma tuttora praticato da molte popolazioni tribali che, quando il clima lo permette, continuano a costruire sui possenti rami le loro abitazioni per sfuggire ai predatori, ma anche per meglio difendersi dai nemici.
Nel corso della storia, però, le case sugli alberi compaiono nei luoghi e nelle epoche più diverse. Si conoscono progetti di giardini che comprendevano una casa su un albero commissionati dall’imperatore romano Caligola, ma anche dai Medici in Toscana e da altri potenti in Francia, Svizzera, Inghilterra e Usa.
C’è anche chi ha abitato su una sequoia di 150 anni per ben 738 giorni (dal 1997 al 1999) per difenderla, insieme a tutta la foresta, dall’abbattimento. Si tratta di Julia Butterfly Hill che visse su una piattaforma auto costruita di 3 metri quadrati e posta a 60 metri d’altezza.
Il libro riesce egregiamente nell’intento di accompagnarci in questo fantastico mondo anche grazie alle numerose fotografie che illustrano ben 50 case costruite sugli alberi in diverse parti del pianeta.
La più grande del mondo, in Usa, è alta ben 30 metri ed è composta da dieci piani. Per ammirare una delle più ecologiche e bizzarre occorre andare in Svezia dove troviamo un albero che ospita numerose casette a forma di nidi tutti costruiti con pezzi di legno riciclati. In Giappone ce n’è una progettata appositamente per la cerimonia del the, è di soli 3,5 metri quadrati ed è immersa tra i ciliegi. In Nuova Zelanda, invece, è possibile prenotare un tavolo al ristorante sull’albero, può accogliere 18 commensali più il personale.
Gli alberi scelti per ospitare una casa sono molteplici: dalle querce alle sequoie, dai larici agli ontani, dalle betulle agli aceri. Ne troviamo di rotonde, ovoidali, rettangolari, romboidali e anche i materiali per la realizzazione sono i più disparati perché, oltre al legno, si utilizza il plexiglass, le cinghie, le lastre di zinco o di rame, la paglia, le corde e anche la fibra di vetro.
Ogni casa sull’albero ha un suo diverso stile. Alcune sono decisamente essenziali e spartane, altre lussuose, in molti casi sono modernissime e colorate, ma ne troviamo anche di futuriste, utopiche, sofisticate, grezze.
Tutte, però, possono permettere anche a noi umani tristemente privi di ali, di continuare a sognare in un nido tra le fronde e, in questo  modo, di avvicinarci veramente al cielo.