STORIA SOCIALE DEI GATTI

di Katharine M. Rogers
Bollati Boringhieri Edizioni
Pag 204 Euro 16

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In questo libro abbiamo trovato la storia dei gatti raccontata lungo tutto l’affascinante percorso dei cambiamenti storici e sociali. I gatti, quindi, da semplici acchiappatopi arrivano a trasformarsi in raffinati inquilini dei nostri salotti, ad essere decantati da illustri pittori e scrittori di gran pregio. In effetti, questo incantevole percorso gattesco si snoda anche tra quadri, libri, fiabe e rappresentazione di ogni genere che si sono succedute nei secoli.
Il gatto, quindi, viene mostrato anche attraverso l’immaginario umano che, da bugiardo e ladro è riuscito ad inquadrarlo come uno spirito sacro, oppure da approfittatore ad elegante, magico e bello. Il gatto, anche nella nostra coscienza non sta mai fermo e balza repentino e imprevedibile dal bene al male con la massima disinvoltura e agilità.
Da Baudelaire a Renoir, il gatto è il protagonista di cartoline, calendari, pubblicità, acqueforti, film. E in questo libro, ricchissimo di illustrazioni e riproduzioni, è ben visibile tutto il suo percorso che parte dalla preistoria e si snoda fino al novecento.
Uno dei capitoli è dedicato ai gatti e alle donne. E quindi abbiamo un gatto seducente, sensuale, tentatore.
Ma il libro riporta anche il periodo buio, quando i gatti, figli del demonio, amici delle streghe, venivano perseguitati, torturati o uccisi con la massima facilità. E non manca una tavola cronologica che parte da due milioni di anni fa quando il gatto si separa dalle altre specie, e ancora quando in Egitto comincia ad apparire come divinità sulle tombe.
Nel leggere questo libro appare ben chiaro il paradosso ben presente anche ai nostri giorni che vede i gatti coccolati nelle case e vivisezionati nei laboratori. Un paradosso che è il cuore dello specismo. Il paradosso di una cultura che, tuttora, parla di rispetto per tutti, di tolleranza del diverso, di cura del più debole, ma nello stesso tempo imprigiona, tortura e uccide chi non appartiene alla sua stessa specie. Un paradosso appunto, privo di coerenza, di senso logico, di empatia e, proprio per questo, così difficile da superare.