di Enzo Bianchi, Pietro Chiaranz, Anne Laetitia Michon
Edizioni Qiqajon Comunità di Bose
pagine 160 euro 16
Saggio piuttosto complesso in cui gli autori affrontano la scottante questione della tradizione ebraico-cristiana giudicata, dalla società moderna, come antropocentrica, una fede che assegna all’umano il diritto di disporre a suo piacimento di tutti gli animali.
Sollecitati da questa critica compiono un’operazione di rilettura del messaggio biblico e, analizzando i racconti della creazione e dell’apocalisse, passando attraverso la sconfinata letteratura di testi antichi e salmi, arrivano a sostenere che l’invito alla lode di tutti gli esseri del creato è, invece, attento e continuo. Anche molti verbi come “soggiogare” e “dominare” rivolte agli animali, sono state, secondo gli autori, mal tradotti e soprattutto, mal interpretati.
Molta attenzione è anche rivolta alla vita e alle riflessioni dei santi ed asceti, vengono riportati moltissimi brani ed episodi, anche di contemporanei, da cui si evince che la piena armonia con gli animali è del tutto indispensabile per riuscire a differenziare il semplice esistere dall’esistere nel Bene. Perché solo il peccato originale ha dato origine alla violenza umana nei confronti degli animali che nulla ha a che vedere con il disegno divino. Un disegno che, al contrario, è legato al concetto di Amore Cosmico, caratterizzato da una comunità di individui che vengono definite “co-creature”: sia umane che animali. Ma caratterizzato anche da un reciproco rapporto di conoscenza e di rispetto, di coabitazione e di attenzione. Un Amore Cosmico, dunque, che non viene certo riservato solo agli umani, ma anche a tutti gli animali.
Gli autori, ben sapendo che la Chiesa non si è ancora pronunciata ufficialmente sull’argomento, ci offrono delle interessanti ed approfondite opinioni teologiche che mettono in luce una diversa inquadratura.