STORIA VERA E TERRIBILE TRA SICILIA E AMERICA

di Enrico Deaglio
Sellerio Editore Palermo
Pagine 214 Euro 14

Storia vera e terribile tra Sicilia e America eBook by Enrico Deaglio

Nel lontano 1899 in località Tellulah nello stato della Louisiana, a circa 300 chilometri da New Orleans vennero brutalmente linciate e impiccate cinque persone, cinque dagos, termine dispregiativo utilizzato per indicare i siciliani che venivano considerati alla stessa stregua dei “negri”. Siamo nell’epicentro della lotta tra sudisti e nordisti, tra schiavisti e abolizionisti, ma anche della deportazione di circa centomila siciliani (considerando soltanto gli anni tra il 1880 e il 1900). Tale deportazione venne concepita dopo un accordo tra il governo italiano e quello americano, visto che quattro milioni di schiavi neri non volevano più lavorare sotto la frusta nelle piantagioni di zucchero e di cotone e, di conseguenza, era necessario trovarne altri. I siciliani erano troppi, pretendevano la loro terra, si ribellavano continuamente all’autorità e quindi occorreva disfarsene, in qualsiasi modo. Si pensò quindi di sostituire gli ex schiavi con una nuova forza lavoro a bassissimo costo, senza molte pretese e, soprattutto, che fosse costretta ad accontentarsi di un salario più fittizio che reale.
Furono quindi approvate leggi (supportate da teorie razziste che consideravano i siciliani una sorta di razza maledetta) e firmati accordi per facilitare l’afflusso di braccianti del sud Italia. Intere famiglie, stremate dalle guerre e dalle angherie, furono spinte a cercare pane e terra verso le americhe. Fu così che ai siciliani toccò sostituire gli schiavi e fu così che vennero chiamati dago, una contrazione del suffisso “as the day goes” che sta ad indicare un lavorante a giornata.
Come si può immaginare le condizioni di lavoro erano drammatiche. I lavoranti morivano di fatica, di fame e di febbre gialla. Molti si unirono ai neri, altri invece riuscirono ad inventarsi una chance: improvvisare banchetti all’aperto per vendere frutta e verdura.

Ed è proprio in questo contesto che l’autore, allora,  scopre e racconta questa storia vera e terribile che riguarda una famiglia proveniente da Cefalù (PA) giustiziata barbaramente per una storia di capre. I fatti vengono ricostruiti e analizzati attraverso i giornali dell’epoca e gli atti relativi al caso. Si tratta di un viaggio che si compie attraversando i luoghi dell’epoca, ma anche intervistando i discendenti di chi fu presente ai fatti.

Dubbi angoscianti ci accompagnano durante la lettura e finiscono per porre serie riflessioni su come, dopo 115 anni,  questa storia sia maledettamente attuale. Perché questo è uno di quei libri che ci aiuta a comprendere come gli ultimi della terra (in ogni epoca e ad ogni latitudine) fatichino sempre a trovare compassione e giustizia.