DI CONCETTA E LE SUE DONNE

di Maria Attanasio
Sellerio Editore
Pagine 120 Euro 9

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Concetta La Ferla fu, negli anni del dopoguerra, la protagonista della lotta contro le ingiustizie che caratterizzavano la vita quotidiana di interi quartieri a Caltagirone in provincia di Catania. Soprattutto, fu l’infaticabile “sorella” di molte donne siciliane perché ebbe il coraggio di mettere in luce i loro bisogni e disagi.
Concetta, infatti, si batté con tenacia per la liberazione delle donne scontrandosi apertamente con il Partito Comunista degli anni ’50 e ’60 di cui condivideva l’idea di uguaglianza e libertà. Voleva aprire una sezione esclusivamente femminile del partito di Caltagirone e, per ottenerla, fu costretta a battersi contro i tipici pregiudizi dell’epoca che inquadravano le donne come inferiori e non adatte alla politica, che consideravano con aria di sufficienza e strafottenza le loro opinioni e i loro bisogni, che bollavano come puttane quelle che uscivano di casa per dedicarsi a questioni che esulassero dalle faccende domestiche.
Fu la prima e importantissima esperienza (siamo nel 1969) dove le donne siciliane ebbero un luogo dove potersi unire in autonomia e organizzarsi da sole senza dover mendicare briciole di libertà dagli uomini.
Un esperimento che, ancor prima dell’esplosione del femminismo, riuscì nel difficile intento di unire giovani e anziane, istruite e analfabete, ma soprattutto madri che misero in atto battaglie politiche di fondamentale importanza. Lottarono, portandosi appresso i figli, per ottenere l’acqua, la luce, la posta…Lotte a cui anche gli uomini dovettero poi unirsi.
Ma questa prima sezione femminile del Partito Comunista di Caltagirone lottò anche contro il grigio paradigma della sottomissione all’uomo, contro i soprusi e le violenze maschili, contro la miseria e l’ignoranza che non consentivano di scardinare assurdi e primitivi pregiudizi.
Maria Attanasio, che è anche una storica, ci consente, con questo bellissimo libro, di rivivere il sogno della rivoluzione senza dimenticare che, in quegli anni, le donne erano “tutt’una cosa”.
Un libro poetico a più voci che restituisce la forza di un periodo storico forse dimenticato e mai abbastanza valorizzato.