di Gian Lupo Osti
Ponte alle Grazie Editore
Pagine 85 Euro 11
L’autore, quasi novantenne, oltre ad essere stato un autorevole manager di grandi gruppi industriali italiani e stranieri, ha, fin da giovanissimo, coltivato un profondo interesse per gli alberi, le piante e i fiori, tanto da ricevere, in tarda età, la medaglia d’oro (unico italiano) dalla Royal Hortycultural Society britannica per il contributo dato al progresso della botanica e dell’orticultura.
Il libro è particolarmente indicato a chi si ritira dall’attività lavorativa perché si potranno leggere utili consigli e divagazioni su come affrontare la vecchiaia in modo non traumatico. Il giardino, sostiene l’autore, è la guida migliore per vivere bene, per capire gli altri e noi stessi. Vicino alle piante si partecipa al mutare delle stagioni, si impara la moderazione, il senso della misura e si diventa un po’ più saggi. Si diviene più consapevoli di quanto sbagliamo nel prendere troppo seriamente la nostra esistenza su questo pianeta. L’unico dovere, infatti, è coltivare noi stessi accettando che si possa cambiare, proprio come le piante del nostro giardino.
Un libro che ci invita a non isolarci, a non ritirarci, a non rintanarci, ma a continuare comunque a fantasticare e a progettare per poter guardare al nostro passato con serena trranquillità sentendoci ragionevolmente soddisfatti.
Un piccolo libro, quasi un diario che si legge in un pomeriggio regalandoci la voglia di “correre” in giardino per perdersi fra i ricordi, i profumi e la bellezza della natura.