LA STANZA DELLO SCIROCCO

di Domenico Campana
Sellerio Editore
Pag 120

Un testamento sconvolge la vita di una giovane coppia, Rosalia e Vincenzo, che vive in due stanzette in un vicolo di Palermo.
Il vecchio principe Antonio Paolo di Acquafurata, morto il mese prima, lascia loro il suuo meraviglioso e imponente palazzo che non può essere venduto né affittato. La coppia dovrà abitarlo stabilmente insieme ad eventuali figli e, solo dopo trent’anni, ne sarà definitivamente proprietaria.
Naturalmente esiste un fondo speciale per la manutenzione e tutte le altre spese amministrato dal notaio Spatafora, amico di lunga data del marchese.
Insieme al palazzo, che a Rosalia e Vincenzo non costerà un centesimo, ereditano anche Salvatore, il vecchio cameriere del marchese. E’ spesato di tutto e si occuperà delle numerose incombenze e anche dei servigi che dovrà rivolgere ai nuovi abitanti del prestigioso palazzo. E’ un servitore di 70 anni, di assoluta fiducia, eleganza e raffinatezza.
In un primo momento, la coppia pensa che il testamento sia uno scherzo, una burla o un errore di trascrizione, ma il notaio assicura che il documento è reale e autentico.
Da sfondo alla vicenda scorrono i fatti dell’occupazione da parte dei fascisti dell’Africa settentrionale e, la retorica degli eroi che partono per conquistarla, occupa le menti di tanti siciliani.
Anche il marito di Rosalia ne viene attirato e decide di partire.
La donna rimarrà sola con il vecchio servitore che, fin dall’inizio, riserverà sorprese a non finire. Insieme trascorreranno giorni e notti “incredibili” nella stanza dello scirocco, una grotta scavata nella roccia sotto il palazzo nobiliare, per sfuggire all’afa e alla calura del vento bollente proveniente dall’Africa e trovare un po’ di ristoro. Un luogo particolare dell’architettura nobiliare siciliana al riparo del tempo meteorologico, ma anche del tempo storico.
Un libro dove epoche ed eventi si sovrappongono per poi dissolversi come spesso accade alle leggende.