IO POSSO (due donne sole contro la mafia)

di PIF e Marco Lillo
Edizioni Feltrinelli
Pagine 154 Euro 15


Nei primi anni ottanta, Lo Sicco, un potente costruttore legato alla mafia del cemento, sostiene, con un atto notarile falso, che la casa delle sorelle Maria Rosa e Savina Pilliu non è loro e si dichiara proprietario del terreno e dell’immobile.
Siamo a Palermo, all’ingresso del parco della Favorita, una zona che ingolosisce molti personaggi mafiosi, assessori corrotti, istituzioni e avidi politici.
Il prepotente Lo Sicco, pur corrompendo le persone giuste e incaricando loschi figuri a compiere plateali intimidazioni nei confronti delle due sorelle, non riesce comunque a convincerle del fatto che, per loro, è venuto il momento di vendere. In poco tempo si accaparra tutti i terreni e le palazzine nei dintorni, apre un cantiere e comincia a costruire abusivamente un gigantesco immobile di nove piani con tre scale. Nel frattempo, le casette delle sorelle Pilliu vengono appositamente danneggiate e rischiano di essere demolite perché considerate pericolanti.
Una vicenda assurda che dura più di trent’anni, durante i quali le due donne non cedono, tengono testa alla mafia e vincono le cause in tutti i tribunali; anche quando lo stesso Presidente del Senato di allora, l’avvocato Renato Schifani di Forza Italia era il difensore della società di Lo Sicco (che sarà poi condannato definitivamente per concorso in associazione mafiosa).
Le sorelle intanto si impoveriscono, perdono tutti i loro risparmi per sostenere le spese legali, ma resistono e non si scoraggiano.
Quando lo Stato, finalmente, riconosce loro un risarcimento per i danni subiti, non riescono ad incassarlo, perché tutti i beni del costruttore condannato sono stati sequestrati. Ma non solo: l’Agenzia delle Entrate pretende dalle sorelle il 3% della somma mai ricevuta. Una storia intricatissima raccontata nei minimi dettagli. Un libro che mette in luce la tenacia di due donne sole contro la mafia e mostra, senza alcun filtro, come il livello di corruzione delle istituzioni permetta ai reati e alle ingiustizie di consumarsi con grande facilità.
Attraverso la vendita del libro, gli autori vogliono raccogliere la cifra necessaria alle sorelle Pilliu per pagare il famoso 3% allo Stato, ristrutturare le palazzine semidistrutte e destinarle alle associazioni antimafia.
Un libro solidale che sollecita il riconoscimento dello status di “Vittime di mafia” alle sorelle Pilliu, ancora oggi negato per motivi tecnici e burocratici.
Soprattutto, un libro coraggioso che fa molto riflettere e, nello stesso tempo, invita al coinvolgimento di tutti e tutte affinché lo Stato e la mafia smettano di affermare Io posso (fare ciò che voglio) e tu no!