PURA RAZZA BIANCA

di Frank Westerman
Iperborea Edizioni
Pagine 384 Euro 17

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Pura Razza Bianca è un libro che parla di cavalli, ma non di tutti i cavalli. Viene presa in considerazione una particolare razza, quella dei lipizzani, ovvero cavalli che da secoli vengono allevati utilizzando particolari e sofistiche tecniche di manipolazione genetica per essere i cavalli migliori, quelli destinati ai re e agli imperatori, ai dittatori e a tutte quelle personalità che incarnano la ricerca della superiorità razziale.
I puledri lipizzani nascono neri e solo dopo otto nove anni diventano completamente bianchi incarnando finalmente l’ideale di purezza e perfezione tanto ricercata. E’ impressionante osservare una parata di cavalli lipizzani perché si muovono con estrema leggerezza e regalità in una danza totalmente diretta dal cavaliere, più che animali sembrano macchine robotizzate e telecomandate. Per ottenere un simile risultato si inducono particolari malformazioni come una notevole flessibilità all’altezza della tredicesima vertebra che consente la tipica impennata controllata, il classico movimento con cui il generale trionfante si presentava davanti al sovrano, la classica posa per i quadri celebrativi e i monumenti equestri.

L’allevamento dei lipizzani si perde nella notte dei tempi, ma ufficialmente nasce alla fine del 1500, quando gli Asburgo cominciano, attraverso selezioni ed incroci, a manipolare  la razza per ottenere il cavallo perfetto. Ma un Lipizzano purosangue poteva dirsi tale solo se i genitori discendevano da almeno cinque generazioni di lipizzani puri. Ed è proprio da qui che il libro assume caratteristiche sempre più ampie ed interessanti perché questo “certificato di purezza razziale” è proprio identico al “certificato di arianità” preteso durante il Terzo Reich di Hitler per poter essere ammessi nelle SS.

Una curiosa ma non certo casuale coincidenza visto che diverse teorie sostengono che l’idea della razza umana pura e superiore sia stata elaborata proprio osservando e seguendo l’allevamento dei cavalli Lipizzani. La politica razziale di Hitler, in effetti, era stata preceduta da esperimenti su cavalli e mucche, spesso all’interno degli zoo. Si sosteneva che la degenerazione del popolo germanico poteva ancora essere corretta attraverso una selezione mirata, attraverso l’eliminazione fisica dei poveri, dei minorati e l’esaltazione della bellezza dei corpi con la ginnastica e la danza. Un individuo temprato e perfettamente in linea con le necessità, i bisogni e le strategie di chi lo dominava. Proprio come per i cavalli lipizzani sui quali, prima con l’eugenetica, poi con moderni algoritmi che elaborano gli accoppiamenti ideali e poi ancora con la clonazione che consente la “fotocopiatura” degli esemplari migliori, si  cerca da secoli di sfogare il medesimo delirio di purezza e perfezione.

E fu proprio Hitler a far allestire il più grande allevamento di cavalli Lipizzani cercando di creare il cavallo militare ideale, capace di resistere a condizioni impensabili anche per le macchine e di raggiungere luoghi strategici con grande facilità. Nella prima guerra mondiale ne vennero utilizzati circa un milione e ogni mese almeno seimila nuovi esemplari dovevano essere pronti per entrare sugli scenari di guerra.

Nel 1945, invece, per salvarli dai soldati russi che, si diceva, li avrebbero mangiati, il generale Patton, con un’incursione non autorizzata entrò in Cecoslovacchia proprio per salvare i numerosi esemplari rimasti. A questo evento venne dedicato anche un film di Walt Disney. Ma la tormentata storia dei Lipizzani non si ferma qui perché, dopo la guerra, vengono sparsi in piccole mandrie in tutta Europa compresa la Yugoslavia di Tito, che li farà arrivare anche in Russia. Qui verranno utilizzati per diventare i cavalli ideali per l’agricoltura socialista. Subiranno violenti test di prestazione e solo i più dotati verranno fatti riprodurre. Uno stallone lipizzano russo dovrà percorrere 12 chilometri in quaranta minuti, dovrà adattarsi al freddo e alla fame e questo determinerà la morte di stenti e di ipotermia per moltissimi individui.