CONFESSIONI DI UNA MANGIATRICE DI CARNE

di Marcella Iacub
Edizioni medusa Collana La Zattera
Pagine 115 Euo 10

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L’autrice, che fin da giovanissima ha mangiato carne di animali senza rimorsi, anzi, desiderandola e gustandola in maniera vorace ed “erotica”, ci racconta il cambiamento che l’ha allontanata definitivamente dal suo consumo.
Una confessione che prende spunto dalle sue ricerche in merito ad una sentenza  giudiziaria riguardante un uomo e un pony, ma anche dalla lettura di “Del mangiare carne” di Plutarco.
La Iacub ci invita a riflettere: sappiamo chiaramente che per mangiare un animale occorre ucciderlo, ma per accettare questo atto occorre far sparire la consapevolezza della sua singolarità, e della sua voglia di vivere. Bisogna fare come se non si sapesse nulla. Questa azione deve diventare senza alcuna importanza e deve essere convalidata dalla collettività.
Il libro indaga e critica l’umanesimo carnivoro e, una delle ragioni, è proprio l’aver tracciato il netto confine tra animalità e umanità confermando che uccidere un animale è un male necessario per soddisfare necessità primarie e simboliche.
Nel suo percorso di riscoperta, inoltre, è stato molto importante il caso giudiziario del “Pony Junior” perché l’autrice, dopo averlo seguito con attenzione, si domanda: come mai la legislazione penalizza sempre e sempre di più il fatto di far soffrire un animale (in questo caso un piccolo cavallo), ma non c’è nessuna condanna se lo si uccide per godere del gusto della sua carne?
Un piccolo libro che smonta moltissimi pregiudizi di comodo dei “mangiatori di carne”.